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domenica 6 novembre 2016

A proposito di libri... "Non aspettare la notte"

"Non aspettare la notte" di Valentina D'Urbano

La trama (presa qui): Giugno 1994. Roma sta per affrontare un'altra estate di turisti e afa quando ad Angelica viene offerta una via di fuga: la grande villa in campagna di suo nonno, a Borgo Gallico. Lì potrà riposarsi dagli studi di giurisprudenza. E potrà continuare a nascondersi. Perché a soli vent'anni Angelica è segnata dalla vita non soltanto nell'animo ma anche su tutto il corpo. Dopo l'incidente d'auto in cui sua madre è morta, Angelica infatti, pur essendo bellissima, è coperta da cicatrici. Per questo indossa sempre abiti lunghi e un cappello a tesa larga. Ma nessuno può nascondersi per sempre. A scoprirla sarà Tommaso, un ragazzo di Borgo Gallico che la incrocia per caso e che non riesce più a dimenticarla. Anche se non la può vedere bene, perché Tommaso ha una malattia degenerativa agli occhi e sono sempre più i giorni neri dei momenti di luce. Ma non importa, perché Tommaso ha una Polaroid, con cui può immortalare anche le cose che sul momento non vede, così da poterle riguardare quando recupera la vista. In quelle foto, Angelica è bellissima, senza cicatrici, e Tommaso se ne innamora. E con il suo amore e la sua allegria la coinvolge, nonostante le ritrosie. Ma proprio quando sembra che sia possibile non aspettare la notte, la notte li travolge...

Premesso che adoro questa autrice, ma che mai leggerò un suo libro che mi toccherà e amerò più de "Il rumore dei tuoi passi", posso dire che anche con questa opera Valentina D'Urbano non si è smentita.Una vicenda intensa ed emozionante; due protagonisti tormentati, che a volte ho amato e altre odiato; una storia d'amore complicata, un viaggio attraverso il dolore di due anime imperfette che si faranno del male, pur amandosi di un amore travolgente.
Un'altra storia intensa, ben scritta, coinvolgente.

Non ti innamori delle cose perfette, senza segni. Le cose perfette sono di tutti. Ti innamori delle zone d'ombra, delle crepe, delle storture che vedi e senti dentro, che ti appatengono. Ti innamori di chi è riuscito a sopravvivere.

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