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mercoledì 30 dicembre 2015

A proposito di libri... "Il tredicesimo dono"

"Il tredicesimo dono" di Joanne Huist Smith

La trama (presa qui): "Mamma, abbiamo perso l'autobus." È la mattina di un freddo e grigio 13 dicembre, e Joanne viene svegliata improvvisamente dai suoi tre figli in tremendo ritardo per la scuola. Ancora non sanno che quel giorno la loro vita sta per cambiare per sempre. Mentre di corsa escono di casa, qualcosa li blocca d'un tratto sulla porta: all'ingresso, con un grande fiocco, una splendida stella di Natale. Chi può averla portata lì? Il bigliettino che l'accompagna è firmato, misteriosamente, "I vostri cari amici". Mancano tredici giorni a Natale, e Joanne distrattamente passa oltre: è ancora recente la morte di Rick, suo marito, e vorrebbe solo che queste feste passassero il prima possibile. Troppi i ricordi, troppo il dolore. Ma giorno dopo giorno altri regali continuano ad arrivare puntualmente, e mai nessun indizio su chi possa essere il benefattore. La diffidenza di Joanne diventa prima curiosità, poi stupore nel vedere i suoi figli riprendere a ridere, a giocare, a divertirsi insieme. Sembra quasi che stiano tornando a essere una vera famiglia. E il mattino di Natale, mentre li guarda finalmente felici scartare i loro regali sotto l'albero addobbato, Joanne scopre il più prezioso e magico dei doni. Quello di cui non vorrà mai più fare a meno, e il cui segreto ha scelto di condividere con i suoi lettori...

Non è il libro del secolo, non è scritto particolarmente bene, a volte è un po' banale... ma ho vissuto questo libro dalla prima all'ultima parola. Erano le mie emozioni, i miei pensieri, la mia sofferenza ad essere descritti. Leggerlo appena prima di Natale lo ha trasformato nella storia della mia vita: non ho ricevuto i tredici doni, ma l'amore, l'amicizia e la presenza di tante persone in questi mesi mi hanno dato la forza per andare avanti, per capire che laggiù in fondo al tunnel, c'è, sebbene ancora piccola e lontana, la luce della speranza.

Qualche citazione

Vorrei andare a letto stasera e svegliarmi il 26 dicembre. Non comprare i regali, non cucinare, non decorare l'albero. Non sono dell'umore giusto per fare cose da ricordare. I ricordi che ho fanno già abbastanza male, non riesco a immaginare che ricordi nuovi mi farebbero sentire meglio. Non mi aspetto di evitare completamente le feste. Ma spero di ridurre al minimo tutto. Il Natale è una festa di famiglia e nella nostra c'è un vuoto grande quanto una persona.

Lo cerco nelle ombre della casa, nelle ore tra i baci della buonanotte e la sveglia, pur sapendo che non c'è.

Lo spazio che Rick occupava... è vuoto.

Vorrei dirle che il suo amore ci circonda ancora, ma come posso dirglielo se non sono sicura che sia vero?

Per qualche ora non sono né una vedova né una madre. Mi fa piacere liberarmi di quei ruoli, almeno per un po'.

Per Natale vorrei solo e soltanto lui, e l'idea di creare ricordi senza di lui me ne fa sentire ancora di più la mancanza. Non posso comportarmi come negli anni passati ma non ho idea di cos'altro ci si aspetti da me.

Aveva dovuto stringere la cintura di due buchi, la sua carnagione olivastra era diventata cerea e le sue mani... soprattutto le sue mani. Mani che avevano tenuto le mie fin dall'età di diciannove anni, che avevano tenuto i nostri figli neonati sul loro palmo immenso, che avevano costruito stampi meccanici e patio e riparato giocattoli. Quelle mani, con la loro pelle sottile e flaccida, stavano cercando di dirmi qualcosa.

Invece di pronunciare parole di saggezza materna o almeno di conforto, gli dico: "Anche a me".

"[...] aveva detto di non preoccuparmi. Mi aveva mentito, mamma."

[...] la nebbia di dolore in cui ci siamo dispersi si stia diradando almeno un poco.

[...] non immaginano neanche che cosa stiamo passando, [...].

Apprezzo la solitudine di casa, il silenzio. Invece di sentirmi sola e abbandonata, mi sento libera di riandare con la mente a Natali più felici e di piangere, se mi va, senza paura di turbare i miei figli.

"L'aiuto arriva nei modi più inaspettati, Jo. Smetti di preoccuparti. Accettalo e basta."

Non sono sicura che il desiderio che ho provato ultimamente di riprendermi e andare avanti sia naturale e se sia in qualche modo un tradimento.

"Papà sarà sempre con noi. [...]"

Ma... Rick fa parte della nostra storia e non posso negare la sua esistenza, [...].

"[...] Mi diceva di ricordare i momenti belli".

È così che ho atraversato la vita fino alla sua morte, sempre appoggiata a lui,  aggrappata saldamente. Adesso sto imparando a stare in piedi sulle mie gambe. So che ci sono ancora tratti irregolari, ma non sono sola. Le possibilità mi entusiasmano.

[...] è come se fosse all'altro estremo dell'eternità insieme a Rick.

Forse ci sentiamo un pochino in colpa per questa esplosione di gioia natalizia, ma al tempo stesso siamo anche riconoscenti di provarla.

Posso soffermarmi sulle canzoni cantate in passato o vivere il momento presente e cantare insieme a mia figlia.

"C'è vita dopo la morte, se hai le palle per viverla. [...]"

Sono esperti nell'arte di andare avanti, perdonare gli errori e custodire i ricordi, anche se dolorosi.

Stiamo andando avanti, stiamo guarendo, ma non lo dimenticheremo mai.

"Ero così arrabbiata per la morte di papà. [...]."

[...] chi non è con noi a tavola stasera. lo ringrazio per i piccoli doni e i veri amici.

[...] e mi domando se Rick possa vedere quello che vedo io.

"Non si studia per affrontare il dolore. Arriva e basta, bisogna trovare dentro di sè il modo di superarlo"

"[...] Esiste il modo di sopravvivere ai momenti più terribili."

La forza dei loro doni sta nel far capire che gioia e dolore possono coesistere senza sensi di colpa.

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