"Il comandante di Auschwitz" di Thomas Harding
Sottotitolo: una storia vera. Le vite parallele del più spietato criminale nazista [Rudolph Höss] e dell'ebreo [Hanns Alexander] che riuscì a catturarlo.
Sottotitolo: una storia vera. Le vite parallele del più spietato criminale nazista [Rudolph Höss] e dell'ebreo [Hanns Alexander] che riuscì a catturarlo.
La trama (presa qui): alla fine della seconda guerra mondiale, viene
creato un pool investigativo per scovare e assicurare alla giustizia
internazionale i gerarchi nazisti responsabili delle atrocità
dell'Olocausto. Uno dei migliori investigatori del gruppo è Hanns
Alexander, ebreo tedesco arruolatosi nell'esercito britannico per
sfuggire alle persecuzioni delle SS. Il suo nemico numero uno si chiama , il terribile comandante di Auschwitz, responsabile del
massacro di due milioni di persone e grande sostenitore della "soluzione
finale" voluta da Hitler. Höss, che vive sotto falsa identità, è una
preda difficile da stanare e Hanns dovrà inseguirlo per tutta l'Europa
per riuscire a portarlo davanti alla corte di Norimberga dove la sua
testimonianza lascerà i presenti senza fiato.
Il libro, scritto dal pronipote di Alexander, ignaro del passato del
prozio fino al giorno del suo funerale nel 2006, racconta una
sconvolgente pagina di storia: oltre a rinnovare l'orrore per le mostruosità commesse nei lager
nazisti, ci presenta il ritratto di due personaggi realmente esistiti.
Uno è Rudolf
Hoss, comandante del lager di
Auschwitz, colui che per primo si è servito del gas Zyklon B nelle camere a gas, per semplificare e velocizzare le uccisioni, e dei forni crematori per far sparire i cadaveri. L'altro è Hanns Alexander, un ebreo tedesco, costretto a lasciare la sua casa e la sua vita per sfuggire ai nazisti: dopo "aver invaso" la Germania con l'esercito britannico nel quale si è arruolato, scopre i fatti
agghiaccianti successi nei campi di prigionia, le cui vittime erano per
la maggior parte ebrei, come lui. La rabbia per le atrocità di cui diventa testimone lo porteranno a diventare uno dei più infaticabili cacciatori di gerarchi nazizisti, il cui obiettivo primario è catturare il il comandante di Auschwitz.
Le loro vite, descritte in parallelo, fino al loro risolutivo incontro, mostrano come due persone normali siano state travolte dagli eventi del periodo in cui hanno vissuto e come siano state costrette a prendere decisioni difficili e sofferte. Un libro interessante (scritto basandosi su resoconti, archivi, lettere di famiglia, interviste con i sopravvissuti) che non porta nulla di nuovo alle nozioni storiche che già abbiamo, ma che ci presenta la storia dal punto di vista di due contemporanei, che si
ritrovano per nascita e per cultura agli antipodi nel medesimo momento
storico, entrambi che agiscono secondo i loro valori.
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