Crescendo...

Lilypie Kids Birthday tickers

venerdì 27 marzo 2015

A proposito di libri... "Memorie di Adriano"

"Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar

Un romanzo storico in cui, sotto forma di lettera a Marco Aurelio, viene narrata in prima persona la vita dell'imperatore romano Adriano, vissuto nel II secolo d.c. Un romanzo di vita vissuta, di filosofia, d'arte, ricco di riferimenti culturali del mondo antico greco e romano.

Adriano esordisce elencando tutto ciò a cui ha dovuto rinunciare a causa della sua malattia: il cibo, il vino, la caccia, il cavallo, la passione per le donne, permettendoci di scoprire diversi aspetti della sua vita privata. Racconta poi i suoi studi ad Atene; la sua vita nell'esercito sotto l'imperatore Traiano; la prima guerra sarmata; le sue nomine a governatore di Siria, a legato dell'esercito e ad arconte di Atene. I suoi ritorni a Roma, dove assume diversi incarichi giudiziari e politici e si sposa con Sabinia (un matrimonio privo di amore e passione).

Divenuto imperatore nel 117, ripercorre le sue battaglie, le sue vittorie e le sue conquiste, descrive come ha condotto il suo impero all’insegna della pace, della conoscenza e del culto del bello. Durante la guerra contro Israele scopre la sua malattia, che lo porterà alla morte nel 138.

Adriano è un uomo che ci guida attraverso la sua vita, ricca di viaggi e scoperte, di enormi responsabilità ed altrettanto grandi soddisfazioni e lo fa rivelando i suoi pensieri più segreti, la sua filosofia di vita, le sue gioie e i suoi dolori, la sua passione per il giovane Antinoo.

Uno stile un po' pesante, inizialmente complesso, ma a cui ci si abitua facilmente. Una lettura che diventa scorrevole e coinvolgente: Adriano ci prende per mano e ci porta con sè, regalandoci pensieri e riflessioni bellissimi e in alcuni casi decisamente attuali.

Un libro che consiglio assolutamente!

Qualche citazione

Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha.

Sulle prime, non cercai che una libertà fatta di vacanze, di momenti liberi: non c'è esistenza ben regolata che non ne abbia, e chi non sa trovarseli non sa vivere.

In altri tempi, gli alti e bassi della mia sorte mi impacciavano soprattutto riguardo a essi [gli amici]; paure, impazienze che da solo avrei sopportato a cuor leggero, si facevano opprimenti se mi vedevo costretto a celarle alla loro sollecitudine o a infliggere loro la confidenza.

Avrei voluto allontanare il più possibile, evitarlo, se si poteva, il momento in cui i barbari dall'esterno, gli schiavi dall'interno si sarebbero avventati su un mondo che si pretende essi rispettino dal lontano o servano dal basso, ma i cui benefici sono a loro interdetti.

Non sapevo che il dolore ripiega in labirinti strani, dove non avevo ancora finito di addentrarmi.

Se sedici anni del regno d'un principe pacifista fervente davano come risultato la campagna di Palestina, erano ben poche le probabilità di pace del mondo per il futuro.

Ma proprio perchè aspetto tanto poco dalla condizione umana, i periodi di felicità, i progressi parziali, gli sforzi di ripresa e di continuità mi sembrano altrettanti prodigi che compensano quasi la massa immensa dei mali, degli insuccessi, dell'incuria e dell'errore. Sopravverranno le catastrofi e le rovine; trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l'ordine. La pace s'instaurerà di nuovo tra le guerre; le parole umanità, libertà, giustizia ritroveranno qua e là il senso che noi abbiamo tentato d'infondervi.

Nessun commento:

Posta un commento