"L'infiltrato" di Antonio Salas
La trama (presa qui): Si è creato un'identità fittizia, è diventato il braccio destro di
famigerati terroristi internazionali, è stato iscritto nell'elenco dei
ricercati a livello mondiale, per sei anni ha vissuto sotto mentite
spoglie. Questa è la storia vera di Antonio Salas, giornalista
investigativo capace di infiltrarsi nelle reti terroristiche di tutto il
mondo per svelarne dall'interno i retroscena più misteriosi. Ha
scoperto le connessioni tra Chávez, l'ETA, le FARC, Hamas e al-Qaeda, ha
agito sotto copertura in Venezuela, Palestina, Cuba, Libano, Marocco,
Egitto, e ha provato sulla sua pelle quanto pesano i pregiudizi su chi
abbraccia l'Islam, soprattutto dopo gli attentati alle Torri Gemelle,
Londra e Madrid. Mettendo a rischio la sua stessa vita, Antonio Salas ha
recitato le preghiere dell'Islam, ha sofferto, pianto e gioito fianco a
fianco con gli uomini più pericolosi del pianeta (un nome su tutti:
Carlos lo Sciacallo, l'uomo che ha fatto tremare il mondo). Ha
conosciuto la rabbia cieca che può spingere un uomo a imbracciare un
fucile o a cercare il martirio. Ha valicato una frontiera del
giornalismo che nessuno aveva mai avuto il coraggio di superare. Perché
lui è Muhammad Alí Tovar Abdallah. Perché lui è Antonio Salas.
L'infiltrato.
Matematicamente parlando... 0 romanzo, 100% realtà. Sei anni di vita da "infiltrato" raccontati in una storia ben scritta, ricca di dati accertati e riferimenti sicuri.
Un libro che ci mostra un punto di vista sulla lotta armata e su chi la vive diversa da quella che si legge sui giornali, e che ci impone una riflessione sui legami fra i vari gruppi terroristici e sulla questione mediorentale.
Non è una lettura facile, lo stile è giornalistico e non da romanzo, ma comunque etremamente interessante. Impossibile non notare come l'autore sia rimasto coinvolto dall'ambiente in cui ha vissuto per così lungo tempo.
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