"Scrivere è un mestiere pericoloso" di Alice Basso
La trama (presa qui): L'irresistibile investigatrice Vani è tornata: la sua nuova sfida è creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca.
Ma inaspettatamente, mentre esegue l'incarico con il conforto morale
di un gourmet come il commissario Berganza, una rivelazione cattura il suo
interesse: la cuoca confessa un delitto. Un delitto che riguarda una delle
famiglie più in vista di Torino, e che per la cronaca ha un altro colpevole.
Berganza abbandona i fornelli per indagare, e adesso è lui ad aver bisogno di
Vani, del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti
più nascosti.
Dopo aver letto e apprezzato "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome", ecco il sequel che mi ero ripromessa di leggere.
La storia è di nuovo simpatica e brillante. Vani è sempre lei, asociale, scorbutica e allergica alle persone, ma con un cuore grandissimo. La trama è scorrevole e semplice, ma non banale, con il giallo e il rosa che ancora una volta si intrecciano, discostandosi però nel finale: se il caso su cui Vani indaga viene risolto in maniera un po' affrettata e forse poco credibile, la storia di non-amore ha invece una conclusione inaspettata che lascia spazio a una continuazione.
La storia è di nuovo simpatica e brillante. Vani è sempre lei, asociale, scorbutica e allergica alle persone, ma con un cuore grandissimo. La trama è scorrevole e semplice, ma non banale, con il giallo e il rosa che ancora una volta si intrecciano, discostandosi però nel finale: se il caso su cui Vani indaga viene risolto in maniera un po' affrettata e forse poco credibile, la storia di non-amore ha invece una conclusione inaspettata che lascia spazio a una continuazione.
[...] ogni volta che voleva qualcuno che la facesse sentire, ecco, una donna per la quale far pazzie, veniva da me.
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