La trama (presa qui): è un romanzo
a due voci, maschile e femminile. Due adulti
sposati (non tra loro) che si ritrovano
uniti da una passione incontrollabile e
da un amore coriaceo.
Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha
un notevole talento per i discorsi intorcinati.
È combattuta fra restare amante o
sfasciarsi la vita per investire in un’altra.
Modesto è meno chic, decisamente più
sboccato e sbrigativo nella formulazione
dei concetti, ma abilissimo nell’autoassoluzione. Moderatamente
vigliacco, aspirerebbe alla
prosecuzione a tempo indeterminato
della doppia vita piuttosto che a un secondo
matrimonio, visto che già il suo
non è che gli piaccia granché.
È nella crucialità del dilemma che Viviana
trascina Modesto dall’analista,
cercando una possibilità di salvezza
per il loro rapporto ormai esasperato
da conflitti e lacerazioni continue. Il dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale, libera
da vincoli matrimoniali e familiari,
che non ha nulla da perdere al di là
del proprio amore.
Sono queste le dinamiche di una relazione clandestina? Queste le gioie e le contraddizioni dell'essere amanti? Dal punto di vista di chi non ha esperienza in merito, ho trovato il libro scorrevole e simpatico, e come primo incontro con l'autore non è male. Il suo stile vivace e accattivante è in grado di rappresentare, con la giusta dose di ironia, le complicazioni dei sentimenti e i conflitti che caratterizzano un rapporto di coppia non convenzionale.
[...] l'amante: un fazzoletto di terra a statuto speciale dove abbandonarti ai tuoi desideri più essenziali, provvisoriamente esentato dalle molteplici rotture di coglioni che ti ammorbano l'esistenza quotidiana. Tu, lei e niente più.
[...] tu, lei e niente più, Un naufragio periodico, preordinato, fatto d'incontri clandestini, ristoranti fuori mano, alberghi (meglio i bed&breakfast, che non hanno reception), notti rubate, qualche fine settimana o rari viaggi brevisimi, messaggini amorevoli che ti dolcificano la giornata quando non te li aspetti (con qualche dettaglio intimo che non guasta mai), telefonate concordate, orari rigorosi e la passione che non si placa e rinasce ogni volta. Il tipo di relazione, insomma, che il pensiero comune definisce squallida. Perchè gli amanti, a sentire quelli che l'amante non ce l'hanno, stringerebbero relazioni squallide.
I tre quarti della mia energia mentale e affettiva sono occupati da lui e dal pensiero di dove sia. Cosa sta facendo, come sta e soprattutto perchè non è con me che sta: questo mi chiedo.
Lo vedo per dimenticarlo. Per non pensare più a quanto mi complichi la vita amarlo.
Incontri un uomo che ti piace, glielo fai capire, lui risponde al richiamo, tu un po' avanzi un po' indietreggi, e la storia comincia.
La leggerezza dei primi mesi è incantevole. Tutto si semplifica, si tiene insieme, si coordina. Non ci sono incidenti nè equivoci. La sua voce al telefono è un balsamo per il cuore, sarà banale ma lo senti esattamente a quell'altezza quando rispondi, anche se ti chiama solo per un saluto.
Ti addormenti serena e ti svegli con la voglia di cominciare la giornata.
Durante il giorno, mente sei al lavoro, in cucina che affetti uno scalogno o in macchina con tuo figlio, il pensiero di lui ti raggiunge all'improvviso come un vento, una sensazione termica, un'ondata di calore bellissimo che nessun altro, al di fuori di te, sente. E allora sorridi, incredula che quel gioiello sia davvero tuo, e dici a te stessa che non t'importa quanto durerà, perchè non sei mai stata così bene prima d'ora.
- L'amore, - mi disse l'Erich Fromm dei puttanieri, - esiste per fare felice la gente, mica per mandarla in giro con la faccia da cani mazziati.
Il sesso è una faccenda dell'ultimo momento, una mina che sei tu ad innescare ma su cui finisci per mettere il piede per sbaglio.
Il sesso è la negazione del contegno e dell'autorappresentazione, è l'esperienza che più di ogni altra ti mette davanti a quello che sei, e soprattutto a quello che non sei.
[...] che meraviglia quel senso di pacificazione cosmica, di giustezza del creato così com'è, che ti prende dopo un amplesso.
Perchè il sesso - diciamo le cose come stanno, una buona volta - ripulisce la coscienza come niente al mondo. L'idea che possa generare sensi di colpa è una perversione, una negazione della naturalità del desiderio, una roba da malati. È il non farlo che dà rimorso, mica il contrario.
Al contraio, (ridere) credo sia una delle ragioni migliori per stare insieme. Le coppie che ridono hanno molte cose da dirsi.
- Problemi? - mi domanda Flash sottovoce.
- Appena iniziati, - gli rispondo. - Ma mi sa che stavo peggio senza.
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