"Storie sulla pelle" di Nicolai Lilin
La trama (presa qui): Ci sono esperienze su cui le parole non hanno
presa: si può solo "soffrirle" una seconda volta sulla propria pelle. I
criminali siberiani le loro vite se le portano addosso, incise dalla
mano esperta del kol'sik: sacerdote e custode della tradizione, il
tatuatore è l'unico a comprendere fino in fondo la lingua arcana dei
simboli. Ma i tatuaggi, mentre raccontano delle storie, ne creano altre:
generano incontri ed equivoci, stabiliscono legami, decidono, a volte,
della vita e della morte. Ed è attraverso questo vortice di storie che
Nicolai Lilin ci conduce dentro la tradizione dei "marchi" siberiani.
Sei racconti nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi memorabili di
"Educazione siberiana", i fuorilegge di Fiume Basso, e ne incontriamo di nuovi. A fare da filo rosso, c'è la
voce inconfondibile di Nicolai "Kolima" e la storia della sua formazione
da tatuato.
Dopo aver letto, e apprezzato, la trilogia siberiana dello stesso autore, e dopo aver fatto il mio primo tatuaggio, ho letto questi racconti che, con la stessa ambientazione e gli stessi
personaggi, regalano comunque vivide emozioni. La lettura è scorrevole e
intrigante, nonostante il mondo duro e spietato che viene descritto; il racconto, che segue il filo dei pensieri dell'autore, è coinvolgente ed emozionante.
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