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martedì 22 marzo 2016

A proposito di libri... "Numero zero"

"Numero zero" di Umberto Eco.

Il romanzo è ambientato a Milano nel 1992, anno di grossi cambiamenti in Italia, e parla della redazione di un giornale, "Il Domani", che dovrà servire come strumento di disinformazione e a condizionare il pensiero dei lettori, considerati con disprezzo. Ci sono tutte le tecniche di "orientamento" dell'opinione pubblica: impaginare notizie diverse nella stessa pagina per orientare il lettore su un tema diverso, riportare normali particolari della vita del personaggio da colpire come se fossero negativi, usare le virgolette per introdurre frasi di persone intervistate su un certo argomento, quando non si abbiano fonti attendibili. Insomma, uno sfogo su come non deve essere un giornale. Una trama esile che serve solo a spiegarci come vengono confezionate le notizie che leggiamo ogni giorno sui quotidiani.
Protagonista della storia è un giornalista desideroso di affermarsi che viene ingaggiato per raccontare, al posto del direttore, l’anno di lavoro speso a preparare questo quotidiano che non vedrà mai la luce. La sua vita privata, insignificante e divertente, nella sua assurdità è la giusta cornice del quadro storico che viene descritto. Tra gli inconsapevoli redattori convinti di lavorare per un giornale vero, spicca la figura di Braggadocio. È la sua narrazione farneticante che regge il romanzo: la narrazione di un pezzo di storia nazionale, piena di trame e oscurità che hanno caratterizzato la prima repubblica.
Eco è abilissimo a tratteggiare le caratteristiche dei giornalisti in redazione, a descrivere alcuni luoghi caratteristici di Milano e, soprattutto, a parlare uno dei misteri d’Italia: la sorte del Duce alla fine della Seconda guerra mondiale.
Un libro originale e paradossale, che mi ha permesso di ricordare fatti che aveveo davvero "vissuto" forse in modo superficiale attraverso le pagine dei giornali. Gli eventi narrati descrivono uno spaccato della storia italiana in cui fatti veri e coincidenze paradossali vanno a ricostruire una realtà al limite dell'assurdo.
Un libro che ho apprezzato e che consiglio a chi piace leggere di politica e fantapolitica.

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