"Numero zero" di Umberto Eco.
Il romanzo è ambientato a Milano nel 1992, anno di grossi cambiamenti in
Italia, e parla della redazione di un giornale,
"Il Domani", che dovrà servire come strumento di disinformazione e a condizionare il pensiero dei
lettori, considerati con disprezzo. Ci sono tutte le
tecniche di "orientamento" dell'opinione pubblica: impaginare
notizie diverse nella stessa pagina per orientare il lettore su un tema
diverso, riportare normali particolari
della vita del personaggio da colpire come se fossero negativi, usare le virgolette per introdurre frasi di persone
intervistate su un certo argomento, quando non si abbiano fonti
attendibili. Insomma, uno
sfogo su come non deve essere un giornale. Una trama esile che serve solo a spiegarci come vengono confezionate le
notizie che leggiamo ogni giorno sui quotidiani.
Protagonista della storia è un giornalista desideroso di affermarsi che
viene ingaggiato per
raccontare, al posto del direttore, l’anno di lavoro speso a preparare questo quotidiano
che non vedrà mai la luce. La sua vita privata, insignificante e divertente, nella
sua assurdità è la giusta cornice del quadro storico che viene
descritto. Tra gli inconsapevoli redattori convinti di lavorare per un giornale vero, spicca la figura di Braggadocio. È la sua narrazione farneticante che regge il romanzo: la narrazione di un pezzo di storia nazionale,
piena di trame e oscurità che hanno caratterizzato la prima
repubblica.
Eco è abilissimo a tratteggiare le caratteristiche dei giornalisti in redazione, a descrivere alcuni luoghi caratteristici di Milano e, soprattutto, a parlare uno dei misteri d’Italia: la sorte del Duce alla fine della Seconda guerra mondiale.
Un libro originale e paradossale, che mi ha permesso di ricordare fatti che aveveo davvero "vissuto" forse in modo superficiale attraverso le pagine dei giornali. Gli eventi narrati descrivono uno spaccato della storia italiana in cui fatti veri e coincidenze paradossali vanno a ricostruire una realtà al limite dell'assurdo.
Un libro che ho apprezzato e che consiglio a chi piace leggere di politica e fantapolitica.
Eco è abilissimo a tratteggiare le caratteristiche dei giornalisti in redazione, a descrivere alcuni luoghi caratteristici di Milano e, soprattutto, a parlare uno dei misteri d’Italia: la sorte del Duce alla fine della Seconda guerra mondiale.
Un libro originale e paradossale, che mi ha permesso di ricordare fatti che aveveo davvero "vissuto" forse in modo superficiale attraverso le pagine dei giornali. Gli eventi narrati descrivono uno spaccato della storia italiana in cui fatti veri e coincidenze paradossali vanno a ricostruire una realtà al limite dell'assurdo.
Un libro che ho apprezzato e che consiglio a chi piace leggere di politica e fantapolitica.
Nessun commento:
Posta un commento